Blockchain e Finance: benefici e limiti della disintermediazione

L’industria finanziaria è stata una delle prime a cogliere le opportunità derivanti dalle tecnologie per la Blockchain e, in generale, dalle Distributed Ledger Technologies, ma le ragioni di questo interesse non andrebbero ricercate soltanto nella necessità di partecipare ad un mercato delle cryptovalute ormai in forte ascesa.

Quello del Finance è infatti un comparto per diversi aspetti fortemente vincolato ad architetture legacy, molte delle quali frutto di implementazioni e upgrade sviluppati nell’arco di decenni ma difficilmente rimpiazzabili per questioni inerenti l’efficienza, l'entità dell’investimento necessario ad una migrazione verso altre piattaforme, la sicurezza e la mancanza di alternative sufficientemente affidabili.

L'affermarsi della Blockchain come soluzione disruptive avrebbe quindi convinto un numero sempre crescente degli stakeholder del settore a sperimentare i vantaggi derivanti dalla disintermediazione che è propria di questo sistema trustless per la certificazione delle transazioni.

Soprattutto se applicate su larga scala, le tecnologie distribuite rendono le procedure di trading più immediate e meno costose, viene inoltre garantito un vincolo di fiducia tra i contraenti senza che per questo sia richiesto l’intervento di una terza parte.

E’ quindi utile analizzare nel dettaglio alcuni degli aspetti del Finance che potrebbero essere maggiormente coinvolti, e migliorati, da implementazioni Blockchain based.

Riduzione dei costi operativi

Dal punto di vista dell’ottimizzazione dei costi e della massimizzazione del ROI, l’impiego delle tecnologie basate sulla Blockchain è in grado di determinare benefici elevati soprattutto quando mirato alla condivisione.

Un utilizzo sistemico e strutturale delle DLT si potrebbe tradurre, ad esempio, in una riduzione notevole dei costi operativi per gli istituti finanziari.

Le ragioni di questo fenomeno andrebbero ricercate nel fatto che una Blockchain condivisa, quindi basata su specifiche valide per tutti gli operatori del settore e recepite da una buona parte di essi, richiederebbe un impegno economico inferiore rispetto ad un sistema in cui ciascun istituto utilizzasse la propria piattaforma (con tutta probabilità una soluzione legacy) per la gestione delle transazioni.

A tal proposito sarebbe sufficiente citare alcuni fattori fino ad oggi determinanti nel definire i margini di profitto, come per esempio le commissioni per i soggetti garanti, i costi per i trasferimenti monetari e i fee per le operazioni di intermediazione. Tutte componenti che verrebbero rimosse o fortemente ridimensionate nel caso in cui si disponesse di un sistema P2P, distribuito, interoperabile e, come anticipato, condiviso.

Immediatezza, sicurezza e trasparenza: gli smart contracts

Tradizionalmente nel settore finanziario le liquidazioni necessitano di alcuni giorni per essere perfezionate, inoltre, per intuibili ragioni legate alla sicurezza dei soggetti coinvolti, l’entità delle transazioni contribuisce non di rado al prolungamento dei tempi.

La Blockchain potrebbe intervenire anche sugli aspetti legati alle tempistiche di esecuzione rendendo le liquidazioni sostanzialmente immediate, indipendentemente dell’entità dei capitali coinvolti. La velocità rappresenta infatti un fattore fondamentale per la riduzione del rischio in quanto viene notevolmente contenuta l’eventualità che uno dei contraenti venga meno ai propri obblighi.

A ciò si aggiunga il vantaggio di poter contare su un sistema di certificazione che per sua natura limita la necessità di interventi manuali, ne consegue un minor impegno delle risorse umane e minori possibilità di generare errori durante il completamento delle procedure di liquidazione.

Sempre dal punto di vista della sicurezza è utile ricordare che le informazioni registrate tramite Blockchain sono durabili, virtualmente immutabili, tracciabili in tempo reale e trasparenti. Al monitoraggio possono partecipare anche gli enti regolatori fornendo garanzie dal punto di vista della compliance, un’opportunità particolarmente interessante per la futura implementazione degli smart contracts.

Termini e condizioni presenti negli smart contracts sono trasparenti e quindi visibili e accessibili a tutte le parti interessate, questo significa che una volta che un contratto diventa esecutivo non vi è più alcuna possibilità di contestarne legalmente le clausole.

Gli smart contracts sono inoltre degli strumenti utili alla conservazione, alla riusabilità e alla permanenza dei dati. Le informazioni fornite per la stesura di un contratto vengono registrate in occasione di tutte le transazioni correlate ad esso e ogni volta che le si riutilizza in un nuovo smart contract vengono archiviate permanentemente per le certificazioni successive.

Blockchain e Finance, non solo vantaggi

Nonostante le DLT offrano nuove opportunità per rendere le dinamiche del Finance più veloci, sicure ed economicamente sostenibili, è possibile fare riferimento ad alcuni svantaggi non ancora superati propri della natura di tali tecnologie.

Dal punto di vista della sicurezza è bene ricordare che i meccanismi transattivi all’interno di un network di Blockchain richiedono che ciascun attore disponga non soltanto di un chiave pubblica visibile ad altri utenti, ma anche di una chiave privata destinata a rimanere riservata. Nel caso in cui una private key dovesse andare perduta non vi sarà alcuna possibilità di recuperarla, così come non sarà più possibile accedere ai fondi gestiti.

Un altro aspetto che se non mitigato potrebbe ostacolare la diffusione delle tecnologie distribuite riguarda il fatto che la validazione delle transazioni in Blockchain si basa su una dinamica di consenso estremamente dispendiosa dal punto di vista energetico e computazionale. Ciò dipende da un sistema basato sulla comunicazione tra i nodi che opera in senso bidirezionale: una singola transazione determina infatti un processo che coinvolge tutta la catena dei dati, precedenti e successivi. Tale limite potrà essere superato soltanto implementando soluzioni meno onerose dal punto di vista dell’impiego di risorse.

L’ultima criticità esposta permette di introdurre anche un altro aspetto riguardante le implicazioni legate all’elaborazione delle informazioni in Blockchain. Volendo esporre un argomento a favore delle tecnologie tradizionali si potrebbe fare riferimento al fatto che i processi computazionali in un’infrastruttura centralizzata presentano una ridondanza inferiore rispetto all’impiego delle DLT.

Ciò dipende dal fatto che quando un registro viene modificato l’aggiornamento deve coinvolgere tutti i nodi ad esso associati. Non si tratta di un difetto di progettazione, ma di un fattore determinante per il meccanismo di certificazione di un’architettura distribuita: ogni nodo deve conservare una copia federe del ledger, vincolo che può essere soddisfatto soltanto tramite operazioni destinate a ripetersi costantemente.

E’ infine necessario fare riferimento alla resistenza culturale che non di rado accoglie l’ingresso sul mercato delle tecnologie disruptive. Il vantaggio competitivo derivante dall’abbandono di soluzioni legacy, spesso utilizzate per decenni, può non essere percepito come tale nell'immediato da tutti gli operatori di un settore. Nel Finance questo fenomeno si accompagna ad una sostanziale difficoltà di integrare le soluzioni preesistenti con i network di Blockchain che nascono invece per rimpiazzare le architetture tradizionali generalmente centralizzate.

La mancanza di una regolazione chiara e condivisa riguardo all’adozione delle tecnologie distribuite potrebbe contribuire ad alimentare lo scetticismo e sostenere la permanenza dei processi di intermediazione, ma è probabile che criticità di questo tipo siano destinate a trovare una soluzione nel medio periodo anche grazie al sempre maggiore interesse nei confronti delle DLT da parte della banche centrali.

Blockchain 

Diversi analisti stimano che l’impatto della Blockchain per il settore finanziario sarà paragonabile a quello dell’avvento di Internet negli anni ‘90. A tal proposito è possibile citare una recente rilevazione a firma Santander secondo la quale le DLT contribuiranno a ridurre i costi delle infrastrutture per i servizi finanziari di una cifra compresa tra i 15 e i 20 miliardi di dollari anno su anno entro il prossimo biennio.

Il contenimento dei costi di esercizio potrebbe essere associato ad una riduzione anche notevole delle risorse necessarie per lo storage, l’aggregazione, l’aggiornamento e la condivisione dei dati, con la possibilità di concentrare il lavoro dei collaboratori in attività maggiormente creative e ad alto valore aggiunto.